Negli ultimi 10 anni abbiamo chiuso 130 ospedali, abbiamo perso 37.000 posti letto. Rispetto al 2014 abbiamo 40.000 medici e 60.000 infermieri in meno. Il sistema sanitario italiano affronta problematiche significative, evidenziate da dati preoccupanti riguardanti l'accesso alle cure, la crescita della sanità privata e i contributi statali (sempre crescenti) al settore privato.
Accesso alle cure mediche: Nel 2024, circa 4,5 milioni di italiani hanno rinunciato a visite specialistiche o esami diagnostici necessari; di questi, oltre la metà (circa 2,5 milioni) lo ha fatto per motivi economici, la restante parte ha rinunciato per la lunghezza delle liste d'attesa, per la distanza dalle strutture sanitare e per mancanza di fiducia nel sistema sanitario nazionale. Inoltre, circa 500.000 persone si sono trovate in condizioni di povertà sanitaria, dovendo ricorrere a enti assistenziali per ottenere farmaci e cure gratuitamente.
Fatturato della sanità privata: La spesa sanitaria privata in Italia ha superato i 40 miliardi di euro ed ha registrato ricavi per oltre 9 miliardi di euro.
La gestione della sanità affidata alle Regioni anziché allo Stato ha rivelato limiti, inefficenze e casi di corruzione che rappresentano un danno per i cittadini. Prima di portare miglioramenti al sistema attuale sarebbe necessario revocare la competenza alle Regioni e restituire allo Stato centrale la gestione del Sistema Sanitario Nazionale.
5 motivi per cui la sanità dovrebbe essere gestita centralmente dallo Stato piuttosto che dalle Regioni:
1. Uniformità nell'accesso ai servizi sanitari
Una gestione centralizzata garantirebbe un livello minimo di qualità dei servizi sanitari su tutto il territorio nazionale, evitando le disparità attuali tra Regioni più ricche e Regioni meno sviluppate. Ogni cittadino, indipendentemente dalla regione di residenza, avrebbe diritto agli stessi standard di cura.
2. Ottimizzazione delle risorse
Una gestione unica permetterebbe una pianificazione più efficiente delle risorse economiche, umane e infrastrutturali, evitando sprechi o duplicazioni inutili. Ad esempio, acquisti centralizzati di farmaci e attrezzature mediche potrebbero ridurre i costi grazie a economie di scala.
3. Riduzione delle disuguaglianze territoriali
La gestione regionale ha dimostrato che le Regioni con più risorse economiche possono garantire servizi migliori rispetto a quelle in difficoltà finanziaria. Centralizzare la sanità consentirebbe una redistribuzione più equa delle risorse per colmare queste disuguaglianze.
4. Migliore coordinamento in caso di emergenze nazionali
Crisi come la pandemia di COVID-19 hanno evidenziato la difficoltà di coordinare le Regioni e di implementare strategie unitarie. Una gestione centralizzata consentirebbe risposte rapide ed efficaci, con protocolli uniformi e una gestione coordinata delle risorse.
5. Riduzione della burocrazia e delle inefficienze
Con una gestione regionale, spesso si verificano sovrapposizioni di competenze, conflitti di interesse e rallentamenti burocratici. Un unico sistema sanitario nazionale ridurrebbe queste inefficienze, garantendo una governance più snella e trasparente.
Questi punti possono essere la base per una riflessione su come migliorare il sistema sanitario italiano e ridurre le criticità esistenti.

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